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Città di:
AOSTA
Panoramica
Considerata la “Piccola Roma delle Alpi” per la quantità di edifici di epoca romana perfettamente conservati, Aosta, l’antica Augusta Praetoria fondata nel 25 a. C., ha nel suo centro storico un naturale itinerario lungo l’asse romano che presenta numerose e imponenti attrattive monumentali.
La città ospita anche musei e siti culturali di grande rilievo, oltre alle preziose testimonianze medievali quali il complesso della Collegiata di Sant’Orso con il suo meraviglioso chiostro. Vie e piazze del “cuore” cittadino sono caratterizzate dai dehors di locali e ristoranti che nella bella stagione offrono la possibilità di conoscere le prelibatezze dell’enogastronomia valdostana immersi in uno scenario di bellezza, e circondati da vette maestose come il Mont Emilius e la Becca di Nona.
E per gli amanti dello sci e della natura, un’avveniristica e suggestiva cabinovia a due passi dal centro conduce direttamente sulle piste di Pila in soli 17 minuti.
Gastronomia
Se si pensa ad Aosta e alle montagne che la circondano – e parliamo di cibo – la prima immagine che si evoca è certamente la Fontina. Regina dei prodotti DOP valdostani – gli altri sono il Fromadzo, lo Jambon de Bosses e il Lardo di Arnad – è la protagonista di molti piatti della tradizione che un tempo dovevano essere saporiti e sostanziosi per superare le fatiche e il freddo comuni alle genti di montagna.
La cucina valdostana è fatta di prodotti genuini e saporiti che hanno nei formaggi e negli insaccati il loro punto di forza. Tra i primi, come non citare la Toma di Gressoney, il Bleu d’Aoste, formaggio erborinato dal gusto inconfondibile, e i formaggi di capra, e ancora il Reblec e il Salignon. Tra i prodottoi a base di carne Boudin, Saouseusse, Motzetta e Teuteun prodotto dalle mammelle di bovina.
E ancora mieli (il millefiori di montagna, il miele di rododendro chiaro e quello di castagno), dolci come le celebri tegole, prodotti della panificazione, tra cui il saporito e gustoso pane di segale o il Mecoulin, l’“antenato” del panettone.
La Fontina DOP è l’ingrediente base della polenta concia, ovvero con il formaggio e tanto burro, gustosa da sola ma ottima per accompagnare piatti a base di carne di selvaggina o la carbonada, una sorta di spezzatino di manzo cotto nel vino, molto gustoso.
Anche le Crespelle alla valdostana hanno tra i loro ingredienti principali la Fontina. Si tratta di crêpes farcite anche con prosciutto cotto, ricoperte di besciamella e poi gratinate in forno che risultano croccanti all’esterno e soffici e cremose all’interno.
Famosissima è la Cotoletta alla valdostana, anch’essa a base di Fontina e prosciutto cotto, meglio se alla brace di Sant-Oyen.
Tra le specialità con la Fontina troviamo la Seupa à la Vapelenentse, ricetta originaria della vicina Valpelline, che è stata certificata De.C.O. È composta da strati di pane raffermo, Fontina e brodo. Nella ricetta tradizionale il brodo è di cavolo verza, ma si usa anche quello di carne. Gli strati sono solo di pane bianco e Fontina. In alcune varianti si usa il pane nero, integrale o di segale, e foglie di cavolo, e poi burro fuso a volontà.
Vino e bevande
Una piccola regione alpina che vanta una tradizione in campo enologico di tutto rispetto: è il segreto della viticoltura “eroica” di montagna con vigneti terrazzati in forte pendenza che richiedono un lavoro duro ma che ha consentito, soprattutto negli ultimi anni, la riscoperta e la promozione di un patrimonio di vitigni autoctoni di grande pregio.
Si tratta di Prié Blanc (l’unico a bacca bianca), Bonda, Cornalin, Crovassa, Fumin, Mayolet, Ner d’Ala, Neyret, Petit Rouge, Premetta, Roussin, Vien de Nus e Vuillermin.
La zona di Aosta è una di quelle in cui il Torrette, principale e rinomato vino rosso valdostano vinificato con una base prevalente di Petit Rouge, trova la sua massima espressione, ma vini rinomati, prodotti da uve autoctone e internazionali, sono anche lo Chardonnay, il Nus Malvoisie, la Petite Arvine, un vitigno tradizionale a maturazione tardiva, Syrah, Gamay, Pinot Noir e Petit rouge.
Recentemente è stato creato il Consorzio Vini Valle d’Aosta, che raccoglie 42 aziende che rappresentano il 90% del territorio. Il suo scopo è di promuovere e tutelare i vini DOC valdostani.
Grande importanza in Valle d’Aosta riveste la grappa che può essere bianca, invecchiata in botti di rovere, oppure aromatizzata con erbe, frutti, miele e spezie. Di particolare interesse sono i distillati monovitigno, ottenuti con le varietà autoctone della regione.
Discorso a parte merita il genepì – un liquore raffinato che nasce da una piccola pianta aromatica che cresce sopra i 2000 metri di altitudine del genere Artemisia – ottimo digestivo che “sa di montagna”.
Con grappa, genepì e spezie viene arricchito il “Caffè alla valdostana” che va bevuto in una particolare coppa chiamata “dell’amicizia”. Il nome deriva dalla modalità con cui il preparato viene consumato attraverso la particolare coppa dal numero variabile di beccucci, bevendo “à la ronde”, cioè facendo passare il manufatto in legno di mano in mano tra i commensali, evitando di appoggiarla sul tavolo fino a che non è finita, pena la fine dell’amicizia.
Punti di interesse
Il viaggio alla scoperta delle meraviglie di Aosta non può che partire dall’Arco onorario di Augusto, il simbolo della città, edificato nel 25 a.C. in occasione della vittoria dei Romani sui Salassi ad opera di Aulo Terenzio Varrone.
L’Arco introduce i visitatori allo storico borgo di Sant’Orso, caratterizzato dall’omonima Chiesa Collegiata, sorta tra il 994 e il 1025 come grande chiesa romanica a tre navate, mentre la costruzione del chiostro romanico, istoriato da suggestivi capitelli, per i quali la collegiata di Sant’Orso va celebre, si colloca negli anni immediatamente successivi al 1133.
Proseguendo per la storica via Sant’Anselmo, dove è possibile trovare al civico n. 66 un antico edificio che, leggenda vuole, sia stata la casa del Santo, si raggiunge la Porta Praetoria, la porta di ingresso orientale della città romana di Augusta Praetoria.
A poche decine di metri sorgono i resti del Teatro romano, la cui caratteristica principale è l’ampia e monumentale facciata, alta ventidue metri e l’unica oggi rimasta sul lato Sud del complesso architettonico.
Continuando la visita alla città si raggiunge piazza Chanoux, il “salotto buono” di Aosta. La piazza è intitolata al martire della Resistenza valdostana Emile Chanoux, trucidato dai nazifascisti nel 1944, e ospita il Municipio (Hôtel de Ville) realizzato a metà del XIX secolo in stile neoclassico sui resti dell’antico monastero di San Francesco.
Nei pressi della piazza principale di Aosta, piazza Giovanni XXIII accoglie su suo sagrato la Cattedrale di Santa Maria Assunta, il cui aspetto attuale neoclassico risale alla metà del XIX secolo, ma la cui storia risale alle fasi iniziali di diffusione del Cristianesimo in Valle d’Aosta. Il Museo del Tesoro, custodisce opere di notevole interesse, quali due frammenti delle vetrate del XII secolo, la cassa reliquaria di San Grato, monumenti sepolcrali e una ricca collezione di statue lignee dipinte.
Nelle vicinanze si trova l’ingresso al Criptoportico Forense che circondava l’area sacra del foro di Augusta Praetoria. È costituito da una galleria a due navate articolata su tre lati. Le volte sono sostenute da imponenti pilastri in tufo.
Nella rinnovata piazza Roncas ha sede il MAR il Museo Archeologico Regionale che nei sotterranei conserva i resti della Porta Principalis Sinistra, una delle quattro porte urbiche di Augusta Praetoria.
Infine, alla periferia Ovest della città, è stato realizzato il complesso che valorizza l’Area Megalitica, una vasta area archeologica scoperta per caso nel 1969 durante gli scavi di un condominio che raccoglie 6000 anni di storia, da un’aratura rituale del neolitico a stele antropomorfe dell’età del rame fino a sepolture dell’età del ferro. L’area rappresenta il più vasto sito archeologico coperto d’Europa.
COGNE
Informazioni Turistiche
Al suo ingresso in Valle d’Aosta la 15a tappa prosegue lungo il fondovalle sovrastata da maestose montagne e dalle sagome antiche di forti e castelli dalle atmosfere fiabesche. Il suo traguardo finale è Cogne, a 1.544 metri di altitudine, nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Un tempo importante centro minerario per l’estrazione del ferro, Cogne è oggi una delle “Perle delle Alpi”, località turistica famosa per l’accoglienza di qualità che ha sviluppato nel rispetto e nella salvaguardia del suo patrimonio naturale.
Superata la località di Pollein, con la sua frequentata pista ciclo-pedonale, la Carovana Rosa affronta la prima ripida salita verso i 1.800 metri di altitudine di Pila, nel comune di Gressan, che, a soli 18 minuti di telecabina dalla città di Aosta, è meta privilegiata non solo per l’escursionismo e lo sci ma anche per discipline adrenaliniche su due ruote come il downhill e il freeride.
Traguardo del secondo Gran Premio della montagna è Verrogne, nel comune di Sarre, lungo la panoramica “Strada dei Salassi”, l’antico tracciato di origine pre-romana che congiungeva la zona del Gran San Bernardo all’alta Valle d’Aosta.
L’ultima fatica è in direzione di Cogne dove il Gran Paradiso, l’unico dei 4 “quattromila” della regione – Monte Bianco, Cervino e Monte Rosa – completamente in territorio italiano, attende maestoso l’arrivo dei corridori.
Gastronomia
Oltre alla Fontina DOP, prodotta su tutto il territorio valdostano, puoi gustare anche altri formaggi vaccini e caprini e altri derivati del latte, come burro e yogurt di produzione locale.
Per quanto riguarda la cucina, tra i piatti tipici di Cogne assolutamente da assaggiare ci sono il mécoulin, una sorta di “panettone” tipico locale addolcito con uvetta e insaporito con scorza di limone e rhum, la crema di Cogne, delizioso dessert al cucchiaio a base di panna, zucchero, cioccolato fondente e un goccio di rhum, e la saporita seupetta di Cogne, una zuppa a base di riso e Fontina DOP.
La “seupetta” di Cogne è un piatto di antica tradizione, uno dei tanti piatti poveri della gastronomia di alta montagna, preparato con i pochi ingredienti abitualmente a disposizione delle famiglie contadine. Spicca la presenza del riso che non è una produzione tipica di Cogne ma che costituiva merce di scambio con i prodotti degli alpeggi, essendo un alimento a lunga conservazione e quindi particolarmente adatto a costituire riserve alimentari per il lungo ed isolato inverno ai piedi del Gran Paradiso.
Tipica della zona di Aymavilles, all’imbocco della valle di Cogne è la Favò, un prelibato piatto tipico a base di fave, Fontina DOP, pane nero abbrustolito nel burro, salsiccia, pancetta e pasta, che ben si sposa con un profumato vino rosso come il Torrette DOC.
Nel mese di luglio si svolge la sagra della Favò presso il villaggio rurale di Ozein, nel comune di Aymavilles, adagiato su un panoramico terrazzo naturale da cui si gode di una vista incantevole. Sempre in tema di eventi tradizionali, legati ai sapori del territorio ed alla vita rurale, da non perdere è la “Veillà” una rievocazione di antichi mestieri, durante la quale è possibile degustare alcuni piatti tipici locali, che si tiene in estate nelle frazioni di Cogne.
Sempre a Cogne, a fine settembre, il ritorno delle mandrie dagli alpeggi estivi è celebrato con una scenografica sfilata degli animali e con un mercato di prodotti tipici ed artigianali ed in occasione della “Devétéya” vari ristoranti di Cogne propongono dei menù a tema.
Bevande
Le particolari condizioni climatiche della Valle d’Aosta, unitamente alle caratteristiche dei terreni e alla loro pendenza non hanno certo reso la vita facile ai viticoltori, tuttavia qui la “viticultura eroica” dà origine ad una gamma ampia e qualificata di vini di montagna prestigiosi, riuniti sotto un’unica Denominazione di Origine Controllata “Valle d’Aosta – Vallée d’Aoste”, declinata in 7 sottodenominazioni di area e ben 31 riferite a specifici vitigni e tipologie di vinificazione.
Appena varcato il confine valdostano provenendo dal Piemonte, l’occhio è immediatamente catturato dai vigneti che si arrampicano sulla montagna. Il vitigno caratteristico della zona è il Picotendro, una varietà locale di Nebbiolo coltivato insieme ad altri vitigni autorizzati per il vino Donnas come la Freisa, il Neyret e il Fumin mentre il Pinot Gris e l’Erbaluce sono utilizzati per la produzione di vini bianchi.
Il Picotendro è anche alla base della produzione dell’Arnad-Montjovet, zona in cui si trova anche il Pinot nero che viene talvolta unito al Nebbiolo e ad altri vitigni autoctoni come il Vien de Nus, il Ner d’Ala e il Roussin.
A rendere famosa la zona di Chambave è la coltivazione del Moscato mentre nella zona di Nus troviamo coltivato il Pinot gris, localmente chiamato Malvoisie. A questi si aggiungono vari vitigni autoctoni (Petit rouge, Vien de Nus, Cornalin e Fumin) e numerosi vitigni internazionali diffusi in tutto il centro valle (Syrah, Pinot nero, Gamay, Petite Arvine, Müller Thurgau).
Il Muscat di Chambave è secco e fermo a differenza dei moscati piemontesi. Impressionante poi la dolcezza dei vini ottenuti per lento appassimento delle uve Muscat e Malvoisie.
La zona del “Torrette” si estende su una vasta area attorno alla citta di Aosta e comprende ben undici comuni ed è caratterizzata dal vitigno Petit rouge, che ben si adatta al territorio grazie alla sua notevole tolleranza al freddo ed alla siccità. Il vino rosso Torrette prende il nome dall’omonimo promontorio a cavallo dei comuni di Sarre e Saint-Pierre che per la sua esposizione a sud costituisce un habitat ideale per la viticoltura.
Punti di interesse
Parco Nazionale Gran Paradiso – Nel 2022 l’area protetta festeggia i suoi 100 anni. Il centro “TutelAttiva Laboratorio Parco” accoglie i visitatori con sistemi multimediali, giochi interattivi e un originale “spazio sensoriale” oltre a due allestimenti tematici dedicati al lupo e allo stambecco. Per conoscere la varietà della flora alpina, a Valnontey, frazione del comune di Cogne nel cuore del Parco, si trova il Giardino Botanico Alpino Paradisia.
Le cascate di Lillaz – Sono formate da alcuni salti rocciosi attraverso i quali scorrono le abbondanti acque del torrente Urtier, che hanno scavato profondi anfratti tra le pareti a picco. La prima cascata è alla portata di tutti mentre il percorso circolare per vederle tutte è un’escursione di meno di 2 Km, con 100 metri di dislivello in salita, che regala scorci indimenticabili.
Le miniere di magnetite di Cogne, all’interno delle gallerie originali, ed il museo del Parco Minerario Regionale presso l’antico villaggio dei minatori.
Il museo etnografico Maison Gérard-Dayné, esempio dell’architettura tradizionale valdostana.
La mostra permanente dei pizzi al tombolo, i tradizionali merletti di Cogne.