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Città di:
Belluno
Panoramica
Belluno, la città splendente! Così fu definita dai Celti: a un’ora da Venezia, arroccata su un promontorio e lambita dal fiume Piave e dal torrente Ardo, Belluno è porta di ingresso di un Patrimonio Naturale che non ha eguali al mondo, le Dolomiti UNESCO. Intriso di storia e naturalmente votato alla natura, il territorio bellunese sa regalare esperienze ed emozioni uniche.
A Belluno la natura entra in città: da una parte le Prealpi con i loro dolci pendii e il loro verde acceso, dall’altra le Dolomiti UNESCO, spettacolo unico al mondo fatto di maestose pareti rocciose e solenni guglie protese verso il cielo. Nel mezzo della vallata scorre il fiume Piave, corso d’acqua sacro alla Patria. Un centro storico bagnato dalle acque e incoronato dalle montagne.
In estate il territorio bellunese si trasforma in una palestra a cielo aperto.
Sentieri escursionistici e alcune delle più suggestive vie ferrate, oltre all’iconica Alta Via n. 1 delle Dolomiti, e per gli appassionati delle due ruote percorsi cicloturistici e piste da downhill sul colle del Nevegal, a una manciata di chilometri dal centro, che d’inverno diventa una splendida cornice per tutti gli appassionati degli sport invernali.
Gastronomia
Il territorio bellunese vanta diverse eccellenze culinarie: il pastin è il re delle grigliate di carne ed è composto da un misto di carne bovina e suina macinata e speziata. Dalla ricca tradizione casearia nasce invece lo schiz, un formaggio primo sale che dà il suo meglio al forno. Per gli amanti dei dolci è obbligatorio l’assaggio delle giuseppine durante il periodo di Carnevale o lo speziato Pan de Belun, mentre se preferite uno snack salutare ma gustoso il kodinžon, uno stick di mela essiccata, farà al caso vostro. Il tutto accompagnato dalla classica ombra di vino o da una delle birre artigianali locali.
Punti di interesse
Il centro di Belluno saprà sorprendervi: immergetevi nelle vie del centro storico, scendendo fino a Porta Rugo e risalendo verso Porta Dojona, passando per l’antica Piazza del Mercato, o verso Porta Dante, dalla quale vi si spalancherà davanti Piazza dei Martiri con i suoi giardini e i porticati ricchi di negozi e di locali suggestivi. Continuate poi fino a Piazza Santo Stefano con l’omonima chiesa in stile gotico che merita senz’altro una visita.
Se il salotto cittadino è Piazza dei Martiri, l’antico “Campedel”, il cuore solenne di Belluno batte in Piazza Duomo con la Cattedrale, il Palazzo dei Rettori e la Torre civica che dominano la scena. A due passi da qui, in Piazza Castello, trovate il belvedere sul Piave da dove ammirare sullo sfondo anche la casa natale di Dino Buzzati, celebre giornalista e scrittore il cui amore per le montagne bellunesi pervade tutta la sua produzione letteraria.
Imperdibili anche i tesori d’arte raccolti al museo civico di Palazzo Fulcis, uno degli edifici più belli e suggestivi della città.
Numerose sono le fontane in centro storico e anche le frazioni sono impreziosite di antiche fonti e lavatoi. Sulla sponda del fiume Piave sorge l’omonimo Borgo, antico porto della città, da dove passavano le zattere che trasportavano persone e merci alla volta della Repubblica di Venezia. A Borgo Pra, invece, l’energia prodotta dalla canalizzazione delle acque del torrente Ardo fece la fortuna delle piccole botteghe artigiane per la lavorazione di lana, pelli, legname e le famose spade bellunesi che tra Cinque e Seicento erano conosciute in tutta Europa.
Belluno è una città ricca di storia e di cultura e il Museo civico è il perfetto testimone di questo patrimonio: uno dei più bei palazzi di Belluno, dove apprezzare le opere dei più eminenti artisti bellunesi, da Andrea Brustolon a Sebastiano Ricci. Belluno, poi, è stata terra di migrazioni e la memoria di tutti i bellunesi che hanno dovuto abbandonare la loro terra è custodita al Museo Interattivo delle Migrazioni.
Belluno è anche natura: uscendo dal centro, si giunge in poco tempo a Case Bortot, punto di partenza di diverse camminate. Imperdibile quella al Bus del Buson, uno spettacolare canyon scavato in epoche remote dal torrente Ardo.
Belluno è l’unico Capoluogo di provincia il cui territorio rientra nei confini di un Parco Nazionale: quello delle Dolomiti Bellunesi. La vetta più alta del Parco, nonché uno dei simboli della città di Belluno, è la Schiara (2565 m). Accanto ad essa si può ammirare la Gusela del Vescovà, uno sperone di roccia alto 40 metri che spicca in verticale.
VAL DI ZOLDO
Panoramica
La Val di Zoldo è una valle incontaminata nel cuore delle Dolomiti Bellunesi. Protetta dai due iconici massicci del Monte Pelmo e del Monte Civetta, la sua natura autentica la rende un territorio a vocazione turistica molto apprezzato dai visitatori italiani e stranieri.
Si colloca all’estremità del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, un luogo unico nel suo genere, dai valori paesaggistici e naturalistici straordinari. A nord invece è delimitata dal Comprensorio Sciistico dello Ski Civetta, che offre agli amanti della neve ben 72 km di piste, comprese nel più grande carosello Dolomiti Superski.
Tutto il territorio della Val di Zoldo fin dall’antichità si caratterizza per l’attività mineraria e siderurgica. Ma è a partire dalle fine dell’ ‘800 che inizia la storia per cui la Val di Zoldo vanta la sua fama di “Terra di gelatieri”. È proprio in questo periodo che gli abitanti Zoldani iniziano a percorrere le strade del mondo diffondendo l’arte e la passione del gelato in tutto il continente europeo e fin oltreoceano.
Oggi, la Val di Zoldo è la meta ideale per chi ama vivere la montagna all’aria aperta. Dagli sport invernali, come lo sci da discesa (anche in notturna), lo sci alpinismo, il biathlon e lo sci nordico, o le più semplici escursioni con le ciaspe, alle attività estive, passeggiate e trekking, vie ferrate al cospetto delle imponenti pareti rocciose e i grandi cammini dolomitici.
Non mancano però tradizioni antiche, cultura e un profondo passato, la cui storia si può respirare a pieni polmoni tra le vie dei borghi costellati dai caratteristici “tabià”.
Gastronomia
La Val di Zoldo è costellata di ristoranti, agriturismi, baite, rifugi e ristori dove assaggiare i sapori della tradizione delle Dolomiti.
I CASUNZIEI
I casonziei, o casunziei in alcuni dialetti, sono dei ravioli ripieni tipici comuni in molti territori delle Dolomiti Bellunesi. Morbida pasta rigorosamente lavorata a mano, riempita con un impasto di verdure e altri ingredienti, come ad esempio spinaci e ricotta, rapa rossa, oppure i classici casonziei della Val di Zoldo, farciti di zucca e cannella e serviti con burro fuso.
I FORMAGGI DI MALGA
Una sosta in malga, un momento di relax e un tagliere misto di formaggi. Un momento semplice, ma che può diventare una rivelazione, facendo riscoprire gli odori e i sapori di una montagna autentica e fedele alla sua natura. Ogni assaggio ci rimanda lì, nei prati fioriti dove l’erba è verde e gli animali tranquilli si godono il pascolo.
Per chi visita la Val di Zoldo, quest’esperienza è quasi d’obbligo.
IL MIELE DELLE DOLOMITI BELLUNESI DOP E LO ZAFFERANO
In valle, numerose sono le aziende agricole che si dedicano alla coltivazione di prodotti della terra: fagioli e patate a chilometro zero, ma anche l’oro rosso, ossia lo zafferano.
C’è chi invece “sfrutta” la ricca biodiversità e la flora tipica delle Dolomiti Bellunesi per produrre il Miele delle Dolomiti Bellunesi, che vanta il riconoscimento del marchio D.O.P., e che oltre ad essere un prodotto genuino e totalmente naturale presenta anche qualità terapeutiche particolari.
IL GELATO ARTIGIANALE DELLA VAL DI ZOLDO
Il protagonista della tradizione gastronomica zoldana è indubbiamente il gelato artigianale.
Ancor’oggi, l’origine del gelato e il perché sia arrivato fin nelle valli dolomitiche rimangono mistero. Si sa per certo però, che i maestri gelatieri zoldani, conosciuti in tutto il mondo, hanno diffuso l’arte del gelato vendendolo con passione in tutta l’Europa e nel continente Americano.
La storia del gelato zoldano è una storia di successo, costruito di generazione in generazione a partire dalla fine del 1800, quando iniziò la grande emigrazione di massa dall’Italia verso i paesi del nord Europa.
Il gelato artigianale della Val di Zoldo è sinonimo di prodotti freschi e genuini selezionati con cura: cacao, bacche di vaniglia, latte, uova, zucchero, frutta fresca. L’attenzione alla qualità delle materie prime trova il suo compendio nella capacità di dosare gli ingredienti e nel rispetto di quei tempi e metodi di lavorazione che trasformano un semplice alimento in una gioia del gusto.
Se passate per la Val di Zoldo, non dimenticatevi di fermarvi per una dolce pausa in una delle gelaterie artigianali. E se arrivate al momento giusto, potrà capitarvi di assistere allo spettacolo dei gelatieri zoldani intenti in una dimostrazione della produzione del gelato così come avveniva oltre un secolo fa, con attrezzatura e macchinari originali d’un tempo.
Punti d'interesse
TESORI D’ARTE: LA CHIESA DI S. FLORIANO
Interessante meta per tutti gli appassionati del bello, La Val di Zoldo è stata terra d’esordio dell’artista bellunese Andrea Brustolon (1662 -1732), denominato anche “il Michelangelo del legno” per le sue doti di intagliatore. L’artista ha lasciato nella sua terra natia tesori d’arte di rara bellezza, un esempio su tutti l’altare delle anime purganti, sua opera giovanile, rappresentazione preziosa di Memento mori, gelosamente costudita nella Chiesa Arcipretale di San Floriano, in località Pieve.
La Chiesa, dal particolare stile gotico ha origini antichissime. Fu eretta già nel X secolo sul poggio di straordinario fascino paesaggistico che domina l’imboccatura del Canale di Zoldo e venne solennemente consacrata nel 1487. Dal 1912 è catalogata tra gli edifici monumentali della Provincia di Belluno.
MUSEO DEL FERRO E DEL CHIODO
Per secoli il ferro è stato protagonista della valle di Zoldo. Gli scavi nei pendii, il rumore dei magli e dei martelli e l’odore del fumo di carbone hanno segnato a lungo il paesaggio di queste montagne.
Dal forte desiderio dell’intera comunità di raccontare la propria storia attraverso la memoria del passato, nasce la determinazione di realizzare il Museo del Ferro e del Chiodo, con sede a Forno di Zoldo, nell’antico palazzo del Capitaniato.
Il percorso espositivo si articola in più sezioni: immagini, testi, manufatti oltre ad una vasta esposizione di attrezzi da chiodaioli ed una ricca varietà di chiodi di produzione zoldana illustrano e raccontano l’attività fabbrile e la vita quotidiana ad essa legata. Il museo è aperto nei mesi estivi o previa richiesta.
ANTICHI BORGHI E FRAZIONI
Ogni borgo della Val di Zoldo racconta una preziosa storia, ancora quasi del tutto intatta, nelle architetture tradizionali, negli edifici storici e nelle chiese, veri scrigni d’arte.
Tra questi, Coi, la frazione più alta e panoramica della valle. Collocato a circa 1500 metri, è tra i paesi più affascinanti e suggestivi della Val di Zoldo, circondato da viste incredibili del monte Pelmo e della catena del Civetta. Regala al suo visitatore un vero e proprio tuffo nel passato, inoltrandosi tra i vicoli ricchi di abitazioni antiche e tabià (fienili) in legno. Un paradiso per fotografi e per amanti di natura e architettura.
Un’altra chicca è Fornesighe, il paese che secondo la leggenda mai bruciò. Adagiato su un dolce pendio esposto a sud, a quota 1000 metri gode di un panorama dolomitico sul gruppo del Tamer San Sebastiano e sugli Spiz di Mezzodì. Camminando tra i vicoli che si snodano fra un rustico e l’altro, in questa frazione del Comune di Val di Zoldo, si respira un’aria di altri tempi. Fornesighe, infatti presenta ancora elementi architettonici del passato qui magicamente conservati. Da non perdere a Fornesighe il carnevale della Gnaga (primo weekend di febbraio).
SKI CIVETTA E SCI NOTTURNO
La Val di Zoldo è una delle stazioni sciistiche del comprensorio Ski Civetta. Grazie ai collegamenti tra le diverse aree (Val di Zoldo, Palafavera, Selva di Cadore e Alleghe), è possibile sciare su 72 km di piste con un unico skipass. Se a questo si aggiungono neve fresca, cielo azzurro e giornate di sole diventa un vero paradiso invernale!
Il divertimento non finisce con il calare del sole in Val di Zoldo. L’appuntamento per gli “sportivi mai stanchi” è dopo il tramonto, quando le piste di Pecol Foppe e Cristelin si illuminano per sciare anche di notte. 5 km di piste servite dalla cabinovia 12 posti e rifugi aperti in quota… Un’esperienza imperdibile!
LA VAL PRAMPER: PORTA NORD DEL PARCO NAZIONALE DELLE DOLOMITI BELLUNESI
La Val di Zoldo con la magnifica Val Pramper è la porta nord del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Il parco nasce per tutelare un territorio unico nel suo genere, che conserva valori paesaggistici e naturalistici importanti, così come rare specie di flora e fauna.
Signore del panorama in Val di Zoldo è il gruppo rappresentato dal Prampèr e dal Mezzodì. Completano il quadro delle cime quelle appartenenti al Moschesin/Gardesana. Particolarmente belli sono l’altopiano del Pramperet e il Prà della Vedova, ma non sono da meno le valli vicine testimoni di un equilibrio naturale pressoché incontaminato. In questo angolo verde si snodano innumerevoli sentieri, adatti a camminatori di tutti i livelli, oltre che gli itinerari di famosi trekking a tappe, come l’Alta Via n. 1, l’Alta Via delle Dolomiti Bellunesi e l’Anello Zoldano.
LE IMPRONTE DEI DINOSAURI SOTTO IL PELMO: LA STORIA GEOLOGICA DELLE DOLOMITI
Molti non sanno che il monte Pelmo, cima rappresentativa della Val di Zoldo è stata la prima vetta delle Dolomiti a essere scalata: il 19 settembre 1857 l’inglese John Ball raggiunse la vetta, passando attraverso quella che fu poi chiamata cengia di Ball.
Oltre a questa storia però c’è molto di più. Il Monte Pelmo, insieme al fratello minore Pelmetto sanno regalare un viaggio nel tempo ancora più profondo: ai suoi piedi, a quota 2050 m è stato rinvenuto un masso con impronte di dinosauri risalenti al Triassico superiore.
Il meraviglioso sito del Pelmetto fu il primo luogo in Dolomiti dove si scoprirono piste di impronte fossili, lasciate degli affascinanti animali triassici. Si pensa che qualcuno affondò le zampe in questi molli fanghi (ora di dura roccia), in un qualche giorno di circa 225 milioni di anni fa. Il masso è raggiungibile a piedi con una escursione di media difficoltà partendo dal Passo Staulanza e seguendo la direzione per il Rifugio Venezia, sul sentiero Cai 472. Ad un certo punto bisogna lasciare il sentiero principale per prendere una digressione sulla sinistra, ben segnalata, che conduce proprio ai piedi del masso con le impronte.