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info turistiche
Città di:
ORSOGNA
Informazioni Turistiche
Orsogna è un paese dell’Italia Centrale, situato nella regione Abruzzo, in provincia di Chieti. Si trova in collina, a 432 metri sul livello del mare, a pochi chilometri dal Parco nazionale della Majella – i cui monti dominano il paesaggio con la loro bellezza e maestosità – e a 20 chilometri dal litorale adriatico.
I suoi abitanti sono chiamati i orsognesi.
Il comune si estende su 25,3 km² e conta 3 799 abitanti dall’ultimo censimento della popolazione. La densità di popolazione è di 150,4 abitanti per km² sul Comune.
Nelle vicinanze dei comuni di Filetto, Arielli i Guardiagrele, Orsogna è situata a 9 km al Sud-Ovest di Lanciano, la più grande città nelle vicinanze.
Situata a 430 metri d’altitudine, il comune di Orsogna ha le seguenti coordinate geografiche 42° 13′ 12” Nord, 14° 16′ 48” Est. Il centro abitato si sviluppa intorno alla Chiesa Parrocchiale di San Nicola di Bari, di epoca settecentesca, che conserva anche due antiche croci da processione dell’artista e orafo Nicola da Guardiagrele.
Orsogna è immersa nella natura, che colora di verde le sue strade e la circonda di vigneti e oliveti. Il Comune è socio dell’associazione Città del Vino.
Il 26 marzo 2003 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi attribuì al Comune di Orsogna la Medaglia d’argento al merito civile.
Gastronomia
A tavola con le famiglie orsognesi e nei ristoranti e agriturismo del posto è possibile degustare le squisite pietanze della tradizione contadina, innaffiandola con il vino locale.
E’ impossibile sintetizzare la ricchezza dei sapori, dalla pasta alla chitarra «carrata» in casa alle «pallotte casce e ove», da «pizz’ e ffuje» (focaccia di farina di mais e verdura) alla «pizz’ di randigne» (di granturco), dalle «ciammaiche al sugo» (le lumache) al «cif e ciaf» fatto con il guanciale di maiale a tocchetti, per finire con i dolci: crispelle di patate, la Pupa di Pasqua in pasta di mandorle, «li ciaunelle» (ciambelle fritte senza buco), i taralli natalizi, le pizzelle.
La Cantina Orsogna, situata nell’omonima città in provincia di Chieti, è una realtà biologica e biodinamica profondamente radicata nel territorio Abruzzese. L’azienda spicca nel panorama vitivinicolo italiano non solo per l’impegno e la passione che mette nel creare i suoi vini, ma anche per l’attenzione verso l’ambiente.
È da sempre impegnata infatti nella conduzione dei propri vigneti con pratiche agricole che salvaguardano la qualità dell’ambiente, nella convinzione che un vino di qualità può nascere solo da un terreno di qualità.
Con questa certificazione si premia l’impegno di un gruppo di agricoltori pionieri a livello internazionale del biologico e del biodinamico, fermamente convinti che il rispetto dell’ambiente, dei suoi tempi e delle sue regole sia parte imprescindibile nella coltivazione delle viti per realizzare “vini potenti ed eleganti, ricchi di sapida forza e unici come carattere, senza cedere a mode… vini che siano fortemente distinguibili dagli altri”.
La base ampelografica dei vigneti è costituita dal Montepulciano per circa il 30% e la restante parte da Trebbiano d’Abruzzo, Sangiovese, Malvasia, Chardonnay e Moscato, oltre ai vitigni autoctoni Passerina, Cococciola e Pecorino.
Oggi produce circa 1.500.000 bottiglie l’anno, con importanti margini di crescita. Il 70% della produzione viene esportato in 30 paesi nel mondo tra Usa, Canada, Europa, Giappone e Cina. Il primo mercato di riferimento è la Germania, seguito da Stati Uniti e Penisola Scandinava.
Punti di interesse
Il Tratturo Centurelle-Montesecco
Il tratturo Centurelle-Montesecco è un percorso tratturale di 120 Km parallelo al tratturo “Magno” L’Aquila Foggia al quale vi si ricollega a Caporciano presso la Piana di Navelli presso la chiesa di Santa Maria dei Cintorelli, e a Montesecco, località del comune di Chieuti in provincia di Foggia. Tale ramo tratturale passante più a monte rispetto al percorso del “Magno” fu probabilmente istituito per rendere meno congestionato il “Magno” permettendo un ripascimento del foraggio, importantissimo per l’’approvvigionamento degli erbivori, oppure per rendere il tragitto più sicuro in quanto il percorso “Magno” passando più vicino alla costa era soggetto alle scorrerie dei Saraceni
La Torre Tratturale “Di Bene”
La Torre tratturale “Di Bene” è un antico edificio sorto lungo il percorso del Trattuto Centurelle-Montesecco. Sorto verso la fine del XVI° secolo o all’inizio del secolo successivo, aveva funzioni di difesa e di controllo del Tratturo. Nel XIX secolo è stato acquisito dalla famiglia “Di Bene” che ne curò un primo restauro. Divenne sede d’incontro di molti artisti abruzzesi tra i quali Gabriele D’Annunzio e Francesco Paolo Michetti. Il Pittore e fotografo francavillese nei dintorni stessi della Torre ambientò il paesaggio montano della Maiella del celebre quadro “la figlia di Jorio”. Quadro che fu fonte d’ispirazione e di confronto nella celeberrima omonima opera letteraria del D’Annunzio stesso. Dalla seconda guerra mondiale la Torre cadde in rovina ma in seguito fu acquisita dal Comune di Orsogna che la sottopose ad un imponente restauro nel 1994. Ora è sede di attività culturali.
Attrazioni turistico culturali presenti nella Torre Di Bene
Piano terra – Museo Modesto Parlatore
14 opere dell’importantissimo scultore orsognese che tanto amò la sua terra natia da donare alla Biblioteca De Meis di Chieti. In seguito furono riportate ad Orsogna per farne un Museo.
Primo Piano- Biblioteca Nazionale Città del Vino
Circa 4000 volumi che fanno parte del ricco patrimonio librario delle Città del Vino; opere dedicate al vino e al suo mondo, ma anche guide, saggi, testi tecnici, di economia e di agraria, di storia del vino sia a livello mondiale, che nazionale e locale, di pubblicazioni edite dalle singole amministrazioni comunali e che non fanno parte del tradizionale circuito delle librerie.
BLOCKHAUS
Informazioni Turistiche
Pretoro, come un grazioso presepe, si arrocca sulle pendici nordorientali della Maiella con una fisionomia davvero inconfondibile, data dalle sue case di pietra addossate le une alle altre tanto da sembrare “appollaiate” sul fianco scosceso del monte; situato a circa 600 m. di altitudine, il paese è stato di recente incluso nel novero de “I borghi più belli d’Italia”. Di formazione medievale, il centro antico è percorso da stretti vicoli, che a volte si interrompono per lasciar spazio a suggestive e caratteristiche piazzette, e da ripide scalinate che si inerpicano fino a raggiungere la parte più alta del borgo, il “Castello”, da dove si gode di un panorama sul territorio circostante davvero straordinario. Non a caso il noto poeta dialettale Raffaele Fraticelli ha descritto il paese con questi versi: «case brune, abbracciate, che sussurrano parole antiche e si arrampicano sul seno della Maiella: scale, scale, scale, fino all’ultimo focolare». Dell’età medievale Pretoro conserva l’impianto urbanistico generale, raccolto intorno al suo punto più alto dove in origine sorgeva il castello (di cui oggi resta ben poco) e sviluppatosi a raggiera seguendo le curve di livello e la conformazione scoscesa del terreno roccioso. Sebbene molte delle abitazioni siano state trasformate in epoca successiva, diverse conservano ai piani bassi, laddove si ancorano alla roccia, dei bassifondi interamente scavati nella pietra del versante, con i pavimenti non del tutto livellati perché ottenuti sagomando direttamente il banco roccioso. Il borgo conserva intatto tutto il suo fascino e merita di essere visitato lentamente, strada per strada, scalinata per scalinata, con i suoi scorci, a volte romantici a volte decadenti, che ne fanno uno dei più suggestivi della regione
Gastronomia
Fra i primi piatti possiamo annoverare le “p’ttolozz’” (rombi di pasta fatta di farina e acqua) al sugo, anticamente realizzate con un misto di farina bianca, di cereali e farro, e la “pasta alla chitarra” abruzzese, realizzata in filamenti ottenuti con un apposito strumento, “lu maccarunar”, che con la sua forma particolare dà il nome alla pasta (chitarra). I “maccarunar” sono tuttora costruiti e utilizzati a Pretoro. Fra i secondi spicca l’agnello alla brace, di cui tipico è il sistema di preparazione: infatti la cottura dev’essere realizzata con legna mista, dall’Abete resinoso, al Faggio privo di impurità legnose, al Carpino profumato e per finire rami di Ginepro odoroso. La salatura e la profumazione devono essere effettuate con erbe aromatiche quali timo, rosmarino, menta, pepe nero, ginepro rosso e viola. Questi sono i segreti di un’ottima preparazione dell’agnello pretorese. Altre pietanze sono la “coratella” d’agnello e i “turcinelli”, fatti con le budella del maiale e ripieni di animelle e peperoncino. Tra le verdure possiamo citare la “ciabbotta”, insieme di verdure da servire su fette di pane fatto in casa, e la “Pizz’ e foij”, verdure stufate servite con sardine affumicate e la “pizza di randinie”, pizza senza lievito a base di farina di mais. Tradizionalmente la “pizza di randinie” viene cotta direttamente sul pavimento del camino, coperta dal “Coppo” (coperchio metallico su cui poggia il carbone), ma sarà anche molto buona preparata in forno o direttamente in padella.
La Torta del Lupo…di Pretoro è un dolce a base di cioccolato nero, vino rosso Montepulciano d’Abruzzo e Gianduia. Dolce dedicato a Pretoro, piccolo paese di 850 abitanti circa abbarbicato alle pendici della Maiella. Torta decisamente golosa, ha una pasta generosamente imbevuta di rum ed una adeguata farcitura di cioccolato gianduia.
Bevande
Birrificio Artigianale Maiella
Nuova TRANSUMANZA – Italian Grape Ale – Mosto di Pecorino e Birra Artigianale Maiella.
Al naso ricorda il profumo tipico del vitigno Pecorino, e in bocca si presenta con la leggera acidità sempre caratteristica del vitigno, ma ben bilanciata con i luppoli delicati e molto fruttati, un colore giallo paglierino, schiuma bianca compatta e persistente.
Non filtrata, non pastorizzata, 100% Artigianale, un prodotto molto limitato.
VOL 6.7%
Questa birra è dedicata alle genti D’Abruzzo.
Ai suoi paesaggi ed ai suoi prodotti.
“La birra artigianale della tavola dei Briganti”
Punti di interesse
I mulini rupestri Il fiume Foro scorre nel cuore del Parco Nazionale della Maiella e solca la Provincia di Chieti dall’Asinara fino al mare Adriatico; lungo le sue rive, nella valle del Foro, sorgono alcuni antichi mulini. In passato la forza del fiume era l’unica fonte da cui ricavare energia e la presenza dei mulini rappresentava per gli abitanti la sola possibilità di macinare i diversi cereali e di produrre, così, differenti tipi di farina: quella di grano tenero era usata maggiormente per la panificazione; quella di grano duro era più adatta per la pasta, senza contare le numerose farine prodotte con altri cereali e usate, a seconda del baccello di partenza, non solo per l’alimentazione delle bestie ma anche per cucinare delle particolari pietanze. La costruzione dei mulini era regolamentata da una severa legislatura e per questo motivo il territorio di Pretoro fu impegnato per secoli in dispute legali legate al possesso degli opifici; questi infatti dovevano essere distribuiti in maniera coscienziosa sul territorio entro zone di specifica competenza, in modo da razionalizzare l’uso dell’acqua, risorsa di vitale importanza. Alle prime menzioni relative alla presenza di mulini lungo il corso del Foro, riferibili ai primi secoli dopo il Mille e riconducibili ad una gestione operata dai Benedettini di San Salvatore a Maiella.