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Città di:
PRATOLA PELIGNA
Panoramica
Il primo documento in cui compare il nome di Pratola (“in loco Pratulae”) è un contratto agrario del 997- Dal 1863, per Regio Decreto, il paese ha assunto il nome di Pratola Peligna.
Il 9 gennaio 2006 al comune di Pratola è stata conferita dal Presidente della Repubblica la Medaglia di Bronzo al Merito Civile.
Tradizioni: Il culto della Madonna della Libera
Secondo la leggenda, durante la terribile peste del 1456, un contadino sognò la Madonna liberatrice, che gli annunciò la fine dell’epidemia.
La festa si celebra ogni anno la prima e la seconda domenica di maggio.
Gastronomia
I “fagioli di Pratola”, “poverelli” e “cannellini”, “le sette minestre”, e scrippelle.
Lasagna riccia con la ricotta e ragù di agnello, “le pizzelle”, i “ceci ripieni” (con ripieno di passata di ceci, mosto cotto, cioccolato e canditi) e la “pizza” “di Carnevale” e “di Pasqua”.
Bevande
A Pratola ci sono importanti aziende vinicole e cittadini che producono vini di qualità. Tra questi meritano menzione vini come il Montepulciano d’Abruzzo, il Cerasuolo ed il Trebbiano.
Punti di interesse
Borgo medievale detto “dentro la terra”
Santuario della Madonna della Libera
Chiesa di San Pietro Celestino
Chiese di Santa Maria della Pietà e della Madonna delle Grazie
Chiesa di San Rocco
Palazzo Colella Santoro
Il “Museo della Civiltà Contadina” (ambienti del “Vecchio Mulino” dei Celestini).
il cinema teatro D’Andrea.
GRAN SASSO D'ITALIA (CAMPO IMPERATORE)
Panoramica
L’altopiano di Campo Imperatore si erge all’interno del massiccio Gran Sasso d’Italia raggiungendo un quota compresa tra i 1500 ed i 1900 metri, in prossimità del quale si trova la città di l’Aquila.
Il capoluogo d’Abruzzo, è un’antica città insigne per storia e per monumenti, conobbe un periodo di straordinaria fioritura economica durante tutto il Medioevo e fino al XVI secolo, divenendo la seconda città del Regno di Napoli. A partire dal Cinquecento ospitò una sede universitaria e, sul finire del XV secolo, una delle prime tipografie a stampa. Tra i suoi principali monumenti, che annoverano importanti palazzi, cortili e chiese, spiccano la basilica di Santa Maria di Collemaggio, gioiello del romanico abruzzese, edificata a partire dal 1288, con la maestosa facciata in pietra bianca e rosa ornata da rosoni; la basilica di S. Bernardino da Siena, risalente alla metà del XV secolo, con la facciata in pietra bianca elegantemente scolpita; la monumentale Fontana delle 99 Cannelle, risalente al XIII secolo; le chiese romaniche di San Pietro da Coppito, con pregevoli teorie di dipinti a fresco, e di San Silvestro, che, oltre a resti della decorazione pittorica originaria, ospita una copia della Visitazione di Raffaello, il cui originale è oggi al Prado; la chiesa barocca di Santa Maria del Suffragio, edificata in memoria delle vittime del drammatico sisma del 1703, con cappella progettata dal Valadier.
Alle evidenze monumentali fa da cornice un contesto naturalistico di rara suggestione, poiché la città sorge ai piedi del massiccio del Gran Sasso d’Italia, circondata da un habitat montano ricco di particolarità boschive e faunistiche e da borghi e castelli di notevole rilevanza storica e monumentale, in un territorio che è inserito in due parchi nazionali.
La principale manifestazione, dall’importante valore storico e spirituale e dalla rilevante connotazione identitaria, è la Perdonanza Celestiniana, inserita nella lista del patrimonio immateriale UNESCO, un giubileo annuale, Che si svolge dal 23 al 29 agosto e prende il nome dalla Bolla del Perdono, il documento con il quale il Santo Papa Celestino V, all’indomani della sua incoronazione a pontefice, avvenuta il 28 agosto 1294 nella basilica di Collemaggio, volle donare un’indulgenza plenaria a chiunque avesse attraversato la Porta Santa della Basilica di Collemaggio, tra i vespri del 28 e quelli del 29 agosto. La manifestazione, che prevede un ricco programma di eventi culturali, vede i suoi momenti principali nella cerimonia di apertura, il 23 agosto, con l’arrivo del Fuoco del Morrone, dopo un percorso che ricalca l’itinerario compiuto da Celestino V per raggiungere L’Aquila dall’Eremo del Morrone, nei pressi di Sulmona, e nel Corteo Storico del 28 agosto, con il quale la preziosa pergamena viene scortata dalla residenza Municipale alla basilica, dove resterà esposta per 24 ore.
L’edizione 2022 della manifestazione ha visto la storica presenza di Papa Francesco, primo pontefice della storia a presiedere la solenne cerimonia di apertura della Porta Santa, il quale, come ulteriore omaggio alla Città, ha voluto prorogare fino al 2023 il Giubileo Celestiniano.
Gastronomia
La città dell’Aquila e il suo territorio presentano numerose eccellenze enogastronomiche.
In particolare spiccano su tutti lo zafferano, le lenticchie di Santo Stefano, oltre a diversi tipi di legumi autoctoni, e il torrone, dolce tipico della tradizione natalizia. Molto note anche altre tipicità del territorio, quali latticini, formaggi e salumi, che presentano lavorazioni peculiari, oltre a liquori, tra cui è particolarmente apprezzato quello alla genziana.
Punti d'interesse
Il primo itinerario cittadino inizia dalla basilica di Santa Maria di Collemaggio, dichiarata monumento nazionale già nel 1902, considerata la massima espressione dell’architettura abruzzese. A colpire immediatamente il visitatore è la quattrocentesca facciata dalla geometrica bicromia di basoli bianchi e rosa, in cui si aprono tre portali sovrastati da altrettanti rosoni, meraviglia dell’arte gotica. La pietra bianca e rosa caratterizza altri monumenti della città come la fontana delle 99 Cannelle. Fondata nel 1288 da Pietro del Morrone (che qui venne incoronato papa Celestino V il 29 agosto 1294), la basilica ha una lunga aula a tre navate con transetto, conchiusa da tre absidi. Dal piazzale di Collemaggio ci si sposta in direzione sud per 200 metri e si raggiunge il Parco del Sole, di grande valenza naturalistica: quasi 4 ettari con robinie, cipressi, pini domestici, alberi di Giuda, cedri e ippocastani. È costituito da un’area giochi, un percorso naturalistico e una zona spettacoli con l’Amphisculpture progettato dall’artista Beverly Pepper, teatro all’aperto in pietra calcarea che riprende i colori della facciata di Collemaggio.
Il secondo itinerario inizia dalla chiesa di S. Maria del Soccorso, posta a nord-est, fuori le mura cittadine. Costruita alla fine del XV sec., colpisce per l’originale sintesi tra elementi medievali e rinascimentali e la riproposizione della bicromia bianco/rosa a liste orizzontali; la pianta è a croce greca, caratterizzata dalla presenza di due torrioni. Spostandosi in direzione nord-est su viale Panella e poi a sinistra su via Pescara, si arriva a Porta Castello, eretta contemporaneamente al Forte spagnolo (XVI sec.), mostra gli stemmi della Casa d’Austria e di Carlo V. Subito a destra, entrando nel Parco, si può apprezzare l’imponenza del castello, che costituisce un particolarissimo esempio di architettura militare cinquecentesca. L’edificio, a pianta quadrata, presenta un cortile interno circondato da quattro grandi bastioni angolari ed è protetto da un enorme fossato, in cui si erge il recinto poligonale bastionato, con un imponente ponte in muratura per l’accesso alla fortezza. Nei pressi si trova anche l’Auditorium del Parco, progettato da Renzo Piano e donato alla città dopo il sisma 2009: moderna struttura in legno per concerti e spettacoli teatrali. Uscendo su Piazza Battaglione Alpini si incontra la Fontana Luminosa, uno dei monumenti-simbolo. Progettata da Nicola D’Antino, si caratterizza per i due corpi di donna in bronzo che sorreggono la tipica conca abruzzese. Percorrendo 100 metri su via Tre Spighe, si raggiunge il Convento di Sant’Amico, di fondazione medievale. Di rilievo è la lunetta del portale con l’affresco quattrocentesco.
Tornando alla Fontana Luminosa si imbocca corso Vittorio Emanuele, per incontrare, a sinistra dopo circa 100 metri, la Fontana del Nettuno, costruita nel 1881 per dare lustro alla memoria della regina Margherita d’Austria. Ancora 200 metri e si arriva ad incrociare via Verdi, che porta al Teatro Comunale, un bell’edificio della seconda metà del XIX sec., con struttura interna e platea a ferro di cavallo per 600 posti. La strada è chiusa dal fianco sinistro dell’imponente basilica di San Bernardino, eretta nel XV sec. Collocata in posizione panoramica sulla sommità della scalinata di via Fortebraccio, colpisce per la monumentalità della facciata, realizzata da Cola dell’Amatrice (1525), ripartita in tre ordini che richiamano i tre stili della classicità. Il grandioso interno a croce latina è scandito in tre navate con ampie cappelle laterali; sulla prima a destra c’è la splendida pala d’altare in terracotta di Andrea della Robbia. Preziosi sono il maestoso soffitto ligneo e il monumentale organo sulla cantoria d’ingresso, opere di Ferdinando Mosca; al centro della navata destra si trova il mausoleo marmoreo con le spoglie di San Bernardino (Silvestro dell’Aquila, 1505).
Il terzo itinerario inizia da Piazza Duomo, centro sociale e religioso della città, realizzata a partire dal XIII secolo in concomitanza con l’edificazione della cattedrale di San Massimo (duomo), la cui facciata attuale è in stile neoclassico (fine XIX sec.), con la parte superiore e le due torri campanarie aggiunte nel 1928.
L’interno è barocco a una navata con pianta a croce latina. Attualmente è chiusa per restauro. Sul lato sinistro della piazza si trova la chiesa di Santa Maria del Suffragio, edificata dopo il sisma del 1703 in ricordo delle vittime del grande terremoto e restaurata, dopo il 2009, grazie al contributo del Governo Francese. Composta da un poderoso corpo di fabbrica, a base rettangolare e di stile tardo-barocco, con una preziosa cupola progettata dal grande architetto Giuseppe Valadier. La chiesa è aperta dalle 9 alle 18; nei festivi dalle 9 alle 20. La piazza è arricchita della presenza di due fontane, realizzate in pietra locale da Nicola D’Antino con l’aggiunta delle due statue gemelle in bronzo.
L’ultimo itinerario cittadino inizia da Porta di Poggio Santa Maria, detta anche Porta della Stazione. È l’ultimo ingresso realizzato nelle mura urbiche in seguito alla costruzione della stazione ferroviaria (XIX sec.). Il sistema delle mura si snodava per circa 4 km lungo il quale si aprivano ben 12 porte con 86 torri; erano collegate da due assi viari che dividevano la città in 4 quarti. Tra le principali porte c’era anche Porta Rivera. Sita 400 metri più a est su via Tancredi da Pentima, è stata ricostruita dopo il sisma del 1703. Sulla destra si trova la scenografica Fontana delle 99 Cannelle (XIII sec.), il monumento civile più antico della città, a pianta trapezoidale, di notevole impatto prospettico. È costituita da 93 mascheroni in pietra e 6 cannelle singole, dalle quali sgorga acqua. Secondo la tradizione, le cannelle rappresenterebbero i novantanove castelli che, nel XIII secolo, parteciparono alla fondazione dell’Aquila. Risalendo i gradoni della Fontana ci si trova di fronte la chiesa di San Vito alla Rivera. Coeva alle mura, ha una facciata continua rivestita in pietra bianca, inquadrata tra lesene. Ha un portale lunettato e un oculo con, ai lati, due meridiane. Nei pressi si trova l’ingresso del Museo Nazionale d’Abruzzo (MuNDA). Istituito agli inizi degli anni ’50 nella storica sede del forte spagnolo; oggi ospita in sette sale un corredo di opere altamente rappresentativo dell’arte abruzzese, dalle antiche civiltà degli Abruzzi fino al barocco, con reperti archeologici, sculture e pitture (orari di apertura sul sito).