Partire col botto è un buon modo per iniziare l’avventura, come il suono del sughero di una magnum che salta è il modo più giusto per dare il la a una serata; anche se il meglio, naturalmente, verrà dopo.
Benvenuti al Giro-E 2022, quarto atto di un evento ormai maturo che rimane l’unico Grande Giro al mondo dedicato alle bici a pedalata assistita. Chiamiamole, da questo momento, con il loro vero nome: e-road, ovvero bici da corsa dotate di motore e batteria. Nel 2017 non esistevano, e in cinque anni sono diventate una fetta non più trascurabile del mercato. Merito, anche, del Giro-E, che è stato un volano per questo nuovo modo di concepire la bici da strada: il motore come amplificatore di sensazioni, come generatore di esperienze, come mezzo per arrivare laddove le nostre gambe da sole non ci consentirebbero.
La tappa Adrano – Etna – Nicolosi
Prima tappa: Adrano – Etna-Nicolosi. Cosa chiedere di più? 48,5 chilometri a quattro stelle, 1700 metri di dislivello positivo, una salita che è simbolo del ciclismo oltre che della Sicilia. L’Etna. A Muntagna. Il vulcano più grande d’Europa, un gigante di 3.340 metri. Gigantesca lo è, anche, questa salita, che non molla mai, che da Santa Maria di Licodia ti inchioda ai tuoi muscoli (nonostante il motore, certo) fino al Rifugio Sapienza, che rimane un paesaggio lunare anche se il Giro, con i suoi arrivi, lo illumina e lo colora di rosa, riempie di vita laddove vita non c’è. E come sempre è la natura che detta le regole, che va oltre l’uomo. È una tappa, questa dove puoi partire col sole e arrivare in cima che nevica o tira bufera. Come, per fortuna, non è capitato oggi.
Dal punto di vista ciclistico, i primi 17 chilometri sono quasi tutti in discesa, poi, una volta intercettato il percorso Giro d’Italia, è invece tutta salita: ben 31 chilometri abbondanti. L’ascesa viene attaccata da Ragalna, come nel 2018 (c’era anche il Giro-E, allora, alla sua prima edizione, la numero zero), per poi spostarsi sul versante classico di Nicolosi per i 14 chilometri finali. Pendenza media del 6 per cento, massima del 14. Niente di impossibile, ma la lunghezza, e il fatto che non molla mai, la rendono davvero tosta.
Il personaggio del giorno – Lo Cicero
Ci ha fatto sognare quando indossava la maglia della Nazionale Rugby, che ha vestito per anni. Oggi è salito sull’Etna con il team RCS Sport, in qualità di ambassador del progetto Legend di Sport e Salute.
“Uso spesso la bici, sia muscolare sia elettrica”, racconta il Barone. “Vivendo in campagna, vado sia su strada che in mountain bike. Uso sempre il settaggio ECO, per fare più chilometri ma lavorare muscolarmente. Anche grazie alla bici ho perso 27 chili, mi sono messo a dieta e ho fatto questo passaggio importante dopo la carriera sportiva. Il mio peso forma da rugbista era 118 chili, oggi sono 92. Non sono ancora uno scalatore, ma qualche passeggiata anche in salita ora posso farla. L’Etna è una salita lunga, devi dosare non solo la batteria, ma anche la gamba. A prescindere dal motore, se non hai la gamba non vai avanti, neanche con l’e-bike. È stata una salita spettacolare. La bici è passione, amore. È bella come tutte le cose che fai in mezzo alla natura”.
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