Giro-E al giro di boa. Tappa 10 delle 18 previste. Qualcuno tra i ciclisti ha già cambiato espressione, pensando che un giorno, il 29 maggio, tutto questo finirà. Per i casi più severi di astinenza da Giro-E, l’organizzatore ha pensato a un’assistenza psicologica, e ha già contattato un team specializzato in crocieristi anonimi.
La tappa Mondovì – Cuneo
La bellezza del Giro è al sua grandezza: ogni giorno cambia tutto, panorama, contesto, strade, inclinazione delle strade, suggestioni. Oggi siamo in Langa, e s’è detto tutto.
Partenza da Mondovì, che passa dal trasformismo di Giovanni Giolitti (ivi nato nel 1842) alla transizione energetica del Giro-E, il giro elettrico che qui trova la sua città di partenza numero 10, appunto.
Tra le curiosità monregalesi, il fatto che Mondovì sia capitale italiana delle mongolfiere. Tanti sentieri e percorsi nei dintorni da percorrere a piedi e in bici, ma anche a cavallo. Se arrivate con l’auto elettrica, nessun problema: dal 2021 c’è una colonnina di ricarica, dietro il municipio. Con i vini si fa en plein: Dolcetto, Arneis, Nebbiolo. Da non dimenticare il Rakikò, liquore tipico che da inizio Novecento accompagna gli aperitivi e i dopocena dei monregalesi. A tavola, la Mela della Garzegna e il Rubatà, grissino tipico delle fornerie che lavorano all’ombra della torre dei Bressani; e la vicina Carrù è la patria del bollito, assurto a celebrità internazionale.
Il destino della tappa odierna è Cuneo, dopo 44 chilometri di collina raffinata e non troppo stressante dal punto di vista ciclistico. C’è il modo per dedicarsi al panorama.
Il personaggio del giorno – Bruno Tardivo
Non pedala ma fa pedalare, e questa è la sua tappa di casa, in quanto l’azienda ha sede a Cuneo. Bruno Tardivo è l’anima di CBT, costruttore di biciclette da corsa dal 1950 e oggi di eleganti e-bike ed e-road, come quelle usate al Giro-E dal team Free to X capitanato dal gigante (non solo ciclisticamente) Tafi.
“Il Giro-E è un grosso test per i nostri prodotti”, racconta Tardivo. “Usare le bici in questi contesti può mettere in luce eventuali difetti che ci possono essere sul prodotto e che, nonostante le prove di laboratorio o i test sul strada, vengono fuori soltanto in un uso competitivo del mezzo. Per esempio è stato molto interessante scalare il Blockhaus, perché, nonostante alcuni ciclisti non fossero professionisti e non avessero la pedalata allenata del nostro capitano Andrea Tafi, non siamo andati in crisi in quanto a batterie. Il punto focale di queste bici è proprio avere una buona capacità nelle batterie unita a un peso ragionevole. Oggi le bici da corsa muscolari devono pesare sotto gli otto chilogrammi, e non si può pensare di proporre una bici a pedalata assistita che pesi poco meno del doppio. La nostra pesa 12,6 chilogrammi senza i pedali, un peso ideale per una bici con il motore. La nostra batteria, che è estraibile e quindi si carica anche lontano dalla bici, ha 430 Wh effettivi, un valore ottimale. La batteria è il ‘serbatoio’ della bicicletta: più è grande più energia si avrà a disposizione. L’abbiamo progettata noi e l’assembliamo noi: ne andiamo orgogliosi. Non abbiamo un modello di punta, in quanto a telaio, ma un’unica piattaforma che decliniamo a seconda delle esigenze produttive, dalle bici per utilizzo urbano a quelle da corsa. È un concetto che abbiamo derivato dal mondo automotive”.
Appuntamento a domani per la tappa del Giro-E numero 11, Torino – Torino.
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