Il gioco comincia a farsi duro. Tre tappe di alta montagna una in fila all’altra, con un giorno di riposo nel mezzo; poi una tappa di pianura e altre due tappe di alta montagna, prima della crono finale, il 29. Ultima settimana da brividi, al Giro-E; comincia nell’ultimo giorno della seconda settimana, cioè oggi, con una tappa a quattro stelle che da Aosta arriva a Cogne, dopo 60 chilometri e 2.400 metri di dislivello positivo. Non una gita al belvedere.
La tappa Aosta – Cogne
Buona la quarta. Dopo che per tre volte Aosta è stata sede di arrivo di tappa del Giro d’Italia (1970, vincitore Bitossi, 1973 Eddy Merckx, 1996 Gianni Bugno), oggi diventa una delle città di partenza del Giro-E, precisamente della tappa 12. Che, dopo una scalata non indifferente e una percorrenza di 60 chilometri, appunto, approderà a Cogne, con un arrivo in salita degno di grimpeur della miglior razza, all’insegna di una domenica non proprio da divano.
Aosta è amica della bicicletta. Sta sviluppando un progetto chiamato “Aosta in bicicletta” che prevede la realizzazione di una rete di piste ciclabili lunga 15 chilometri, con il collegamento ai tracciati delle piste intercomunali e l’integrazione ai parcheggi di interscambio e ai servizi di supporto della mobilità ciclabile, con l’obiettivo di incentivare la mobilità a pedali quale modello sostenibile di spostamento urbano. Per reintegrare le energie spese in sella, c’è l’imbarazzo della scelta: tra i prodotti tradizionali più conosciuti vi sono la Fontina, il Fromdzo, il Jambon de Bosses e il Lard d’Arnad; e il fronte enologico è oggetto di una vera e propria riscoperta negli ultimi anni.
Dopo tanto pedalare, domani giorni di riposo. E sarà meglio riposarsi per davvero.
Il personaggio del giorno – Marco Albarello
Nato ad Aosta, Marco Albarello ha vinto un oro, tre argenti e un bronzo olimpico nello sci di fondo tra il 1992 e il 98, oltre ad avere vinto quattro medaglie ai Mondiali, di cui una d’oro (1987). Terminata la carriera, è diventato direttore tecnico del settore ci di fondo della Nazionale italiana di sci nordico.
“Ho avuto un rapporto fantastico con la bici fino a quando mi sono allenato ed ero in squadra nazionale”, racconta, “poi l’ho un po’ abbandonata perché qui in Valle d’Aosta sono tutte salite. Io poi vivo a Courmayeur, e per andare in bici devo sempre scendere, il problema è che poi devo risalire. Adesso mi diverto molto con la mountain bike, quasi sempre lontano dall’asfalto, conosco sentieri fantastici e panorami mozzafiato. Con le mountain bike elettriche sono diventati fattibili percorsi che prima erano accessibili solo al piedi. Io ne ho una che mi regala tante ore di emozioni. Le salite più impegnative sono state il Giro del Monte Bianco, che ho fatto con la bici elettrica e prima avevo già fatto con la muscolare. La Valle d’Aosta è amica della bici. Le strade sono come devono essere, i posti sono fantastici: la bici sta prendendo sempre più piede. La Valle d’Aosta è piccola ma molto sportiva, il ciclismo è sempre stato nel nostro DNA, come d’altronde tutti gli sport in generale”.
Appuntamento a martedì per la tappa del Giro-E numero 13, Edolo – Aprica.
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