Da Napoli a Napoli, ma che emozione. Un traguardo a tiro di schioppo non svilisce una tappa corta ma bellissima, perché omaggia una delle città più intense vitali e appassionate d’Italia: Napoli, città amica del Giro d’Italia. Si parte appena fuori del centro, dalla Mostra d’Oltremare, sede della EXPO-E organizzata sempre da RCS Sport, si passa dal Monte di Procida, Capitale Italiana della Cultura 2022, nella penisola flegrea, e si torna in città, in centro, in via Francesco Caracciolo, tra due ali di pubblico. Due stelle di gradiente ciclistico, cinque di bellezza paesaggistica e intensità emotiva.
La tappa Napoli (Mostra d’Oltremare) – Napoli (Procida Capitale italiana della Cultura).
Tappa cittadina complessa ed esigente. 55 chilometri per mille metri di dislivello. Non una passeggiata. Percorso “mosso”, nervoso, un continuo su e giù. Il passaggio da Procida è emozionante, la salita al Monte è di quarta categoria, può pungere. I professionisti percorreranno quattro volte l’anello della penisola Flegrea, i ciclisti elettrici soltanto, ma più che sufficiente. Ultimi quattro chilometri completamente in pianura, arrivo per velocisti, anche con le e-road del Giro-E.
Il personaggio del giorno – Alessia Piccolo
Lei è Alessia Piccolo, amministratore delegato di Alé Cycling, azienda di abbigliamento ciclistico che fornisce tre formazioni maschili del World Tour. Fino alla fine del 2021 era l’unica donna a capo di una squadra World Tour, poi l’ha venduta: “È un mondo difficile”, spiega, “gli investimenti sono importanti, per continuare a crescere occorrono sempre nuove finanze”.
Si definisce “un amministratore delegato operativo, una che pedala forte anche in azienda, perché sono convinta che ai propri collaboratori bisogna dare prima di tutto l’esempio e dimostrare quanto sai fare. Della bici amo il fatto che sappia aggregare, poi che affrontare salite impegnative sia sempre un grande sforzo, ma alla fine ti regali grandi emozioni. Io faccio fatica in bici, non sono nata in sella, ho cominciato a usare la bici da corsa a 40 anni, abbastanza tardi, prima correvo a piedi, facevo le maratone. Soffro in salita, ma quando arrivo in cima è una conquista, e questa è una soddisfazione impagabile. Anzi, trovo che il gusto di conquistare la vetta sia inversamente proporzionale al grado di preparazione: chi fa più fatica, più gioisce. Lo stile è importante nel ciclismo: andando in bici non mi accontento di vestirmi, voglio essere sportiva e anche elegante. È così che Alé ha avuto successo, soprattutto nel ciclismo femminile”.
Appuntamento a domani per la tappa del Giro-E numero 6, Orsogna – Blockhaus.
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