Giro-E incontra… FLY Cycling Team-CDI, che per il terzo anno sarà tra i protagonisti del Giro-E, nel quale ha portato simpatia, professionalità e un messaggio importantissimo: pedalare non solo fa bene alla salute ma aiuta a guarire da certe patologie. Ne parliamo con il dottor Fulvio Ferrara, direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio, Genetica Medica e Anatomia Patologica del CDI (Centro Diagnostico Italiano), e con Amedeo Tabini, capitano del team che parteciperà al Giro-E e presidente di FLY Cycling Team.
TABINI – “È con grande piacere che partecipiamo nuovamente al Giro-E, un evento che sta prendendo sempre più piede. Il nostro messaggio è importante, bello, abbiamo qualcosa da dire e il Giro-E ci consente di farlo, raggiungendo una vasta platea”.
FERRARA – “Questa avventura per noi di CDI è iniziata con un rapporto sponsor-team, nel tempo è diventata un’amicizia che ci lega e che ci consente di portare avanti non uno, ma due messaggi molto importanti: lo sport come prevenzione e mantenimento dello stato di salute, ma soprattutto lo sport come strumento di terapia per patologie croniche come il diabete, che si giovano in maniera assoluta dell’attività fisica. Quest’anno, in particolare, il Giro-E assume per noi una valenza aggiuntiva, perché rappresenta la ritrovata libertà. Abbiamo all’orizzonte non più nuvole, ma una speranza di sole, liberi dalle problematiche legate alla pandemia. Sarà la prima delle nostre tre pedalate al Giro-E in cui non subiremo le limitazioni del Covid”.
TABINI – “Muoversi in bicicletta per mantenere il proprio stato di salute e per migliorarlo, ma non solo. Migliorare, attraverso l’uso della bici, anche la salute del pianeta. La bicicletta è eco sostenibilità, tutela dell’ambiente, piste ciclabili, mobilità sostenibile. La bici era il mezzo di trasporto del passato, ma è anche il mezzo di trasporto del futuro. Tutti coloro che hanno pedalato con noi si sono appassionati alla bici, se già non lo erano prima. Considerando il nostro primo anno del Giro-E, che si è interrotto prima del previsto, abbiamo fatto pedalare oltre cento ospiti, la maggior parte dei quali con patologie croniche. Voglio ricordare Claudio Dirani, il batterista dei Modà, che dopo aver avuto delle patologie ha trovato una rinascita proprio nella bicicletta. Abbiamo avuto anche tanti medici del Centro Diagnostico Italiano che hanno pedalato con noi”.
FERRARA – “E non solo medici. Siamo riusciti a coinvolgere anche amministrativi, tecnici, tante persone non coinvolte direttamente nell’attività clinica. Il Giro-E è stato una doppia scoperta. Abbiamo scoperto che andare in bicicletta è bello, ma andarci con la bicicletta a pedalata assistita è meglio, perché ti consente di affrontare delle pedalate normalmente non alla nostra portata. Tornando al Covid, se penso a qualcosa di buono che ci ha lasciato, è stato un forzato riavvicinamento alla natura, al pedalare, al camminare, a guardare le bellezze che abbiamo intorno, magari anche a pochi chilometri da casa, perché eravamo costretti a farlo. Adesso sento sempre più persone che vanno a farsi dei bei giri a piedi o in bicicletta nei dintorni della loro residenza. Prima prendevano la macchina per andare al mare o in montagna”.
TABINI – “Ma lei non ha ancora pedalato al Giro-E, dottore…”.
FERRARA – “Quest’anno lo farò. Ho prenotato la partenza di Catania”.
TABINI – “La carovana non partirà finché il dottor Ferrara non aggancerà il pedale! Abbiamo nuove bici che la aiuteranno nell’impresa. Abbiamo scelto una bicicletta italiana, quasi artigianale, è un marchio nuovo, si chiama PARKPRE, la produzione è in Toscana, i motori sono Polini. Abbiamo vari sponsor che ci sostengono, li abbiamo scelti tutti per la loro coerenza al progetto. Collaboriamo con rh+ che ci veste da capo a piedi, l’occhiale Klyma è realizzato in Eco Grilamid e I tessuti della collezione Bike sono realizzati con fibre di nylon provenienti dal riciclo della bottiglie In PET. Le borracce che utilizziamo sono prodotte da Andriolo, un’azienda che compensa le emissioni di CO2 durante la lavorazione piantando alberi… Bisogna essere coerenti anche nello sport”.