Una delle sfide dell’e-bike è l’autonomia, ma è difficile quantificarla.
“Perché nella bici ci sono troppe variabili: bisogna capire quanto pesa la persona, quanto è allenata, che tipo di pneumatici usa, se c’è vento… Quando noi parliamo di autonomia, forniamo un range, non un dato preciso. Ci sono persone che hanno fatto una gran fondo impegnativa come la Nove Colli con i nostri motori e dopo 200 chilometri avevano ancora batteria. Erano però persone molto allenate. Stefano Passeri, campione del mondo EWS, nell’ultima gara in Scozia ha fatto 3.000 metri di dislivello con una batteria: ed era sul bagnato e con una mountain bike, che pesa di più”.
Cosa può dare il made in Italy al mondo dell’e-bike?
“Qualità, design, performance. In Italia forse non abbiamo le aziende che fanno i numeri più grandi, ma abbiamo aziende con nomi importanti. I nostri motori sono al cento per cento Polini: ingegnerizzazione, stampi, prototipi ricavati dal pieno, lavorazioni carter, assemblaggio, è tutto fatto internamente da noi, a Bergamo. I motori Polini sono Polini”.
Cosa fare per incentivare l’uso della bicicletta in città?
“Creare parcheggi per le bici, perché è un mezzo facile da rubare. Io stesso non la uso in città perché non so mai dove lasciarla, soprattutto se uso una bici bella. Se si creassero parcheggi custoditi per le bici, questo invoglierebbe molto all’utilizzo. Sarebbe importante, perché con le bici di oggi, che hanno prestazioni e autonomia sempre maggiori, si può davvero pensare a un utilizzo quotidiano della bici anche per chi vive fuori città”.
Tornerete a fare il Giro-E, dopo l’esperienza con il team BFD nel 2019?
“Se trovassimo dei team che vogliono equipaggiare le loro bici con il nostro motore, super volentieri, li supporteremo certamente, anche perché tutti coloro che hanno fatto il Giro-E con il nostro motore si sono divertiti tutti”.
NELLA FOTO Stefano Passeri, campione del mondo EWS-E (circuito mondiale dedicato all’enduro su e-bike) categoria Vet 50+ su Fulgor motorizzata Polini.