Nel giorno del dolore, che diverrà il ricordo delle 14 persone perite ieri nello schianto della cabina della funivia Stresa-Mottarone, Il Giro d’Italia torna in montagna. Una partenza che fa male, quella da Sacile per i professionisti e da Canazei per il Giro-E, ma che era necessaria, anzi, dovuta, perché la colpa in queste tragedie non è mai della montagna, ma dell’uomo, della sua incuria, della sua avidità, della sua ambizione.
La montagna, in un certo senso, ha presentato il conto. Il maltempo ha costretto a eliminare il Passo Pordoi dal percorso, ad accorciare la tappa dei professionisti (il Giau è diventato la nuova Cima Coppi della Corsa Rosa 2021, con 2.233 metri) e a modificare profondamente quella dei ciclisti elettrici, che non hanno affrontato neppure il Giau, sul quale in mattinata scendeva copiosa la neve. Saliti in macchina a Canazei, i ciclisti del Giro-E sono scesi dalle auto a 7 chilometri dall’arrivo e, montati in sella, sono arrivati a Cortina, sede delle Olimpiadi Invernali 2026. Nonostante il percorso in discesa, Comunque una bella prova di volontà, perché pioveva e faceva freddo.
Quella che doveva essere la seconda tappa a cinque stelle del Giro elettrico edizione 2021, che ospitava la Cima Coppi, ovvero la più alta toccata dal Giro, il Passo Pordoi, di 2.239 metri, 8 chilometri di lunghezza, un dislivello positivo di 799 metri, con pendenza media del 6.8% e pendenza massima del 10%, che poi prevedeva, dopo una trentina di chilometri, la salita che da Ponte Codalonga porta a Passo Giau, lunghezza di 9.9 chilometri, un dislivello positivo di 919 metri con una pendenza media del 9.3% e massima del 14% nel tratto iniziale, è divenuta invece la tappa più breve nella storia del Giro-E.
Erano ancora dieci i team presenti, perché ai nove team canonici si è aggiunto lo “special team” Scarpa (fornitore ufficiale delle calzature del Giro d’Italia). Tanti i personaggi: da Roberto Conti, team ENIT Agenzia Nazionale del Turismo, professionista per 18 stagioni dal 1986 al 2003, scalatore ed ex gregario storico di Pantani, vinse la Maglia Bianca al Giro d’Italia nel 1987 e al Tour de France 94 la 16a tappa con arrivo sulla mitica Alpe d’Huez, a Daniele Colli, ex professionista per 13 stagioni dal 2005 al 2017, 5 vittorie in carriera, che ha partecipato con il team Toyota, nel quale erano presenti anche l’imprenditore Mauro Benetton, Gianmario Tondato Da Ruos, amministratore delegato Autogrill, Pietro Luigi Longo, Head of M&A and Co-Chief Integration Essilor Luxottica, Alberto Santilli, Chief Financial Officer di Toyota Motor Italia.
Per il Team Randstad eCycling in corsa Kristian Ghedina, originario di Cortina d’Ampezzo, ex discesista e poi pilota automobilistico, ha conquistato 2 argenti e un bronzo ai Mondiali e vinto 13 gare di Coppa del Mondo. Per il team Valsir Nicola Gaffurini, ex professionista per 6 stagioni, vanta 8 vittorie totali; per il team Scarpa, Diego Bolzonello, amministratore delegato, e Jody Barattin, responsabile commerciale worldwide. Per il team RCS Sport, Andrea Cipolloni, amministratore delegato Autogrill Europa Italia, Gianluca Caccialupi, Head of Operation and Maintenance Enel Global Infrastructure and Network Srl, Pascal Heritier, direttore generale Segafredo Zanetti Beverage Group.
A loro si sono aggiunti i blasonati capitani dei team: Massimiliano Lelli (Enit Agenzia Nazionale del Turismo), Andrea Ferrigato (Trenitalia), Patrick Martini (Toyota), Amedeo Tabini (Fly CDI), Moreno Moser (RCS Sport), Andrea Tafi (Emika E-powers), Nicola Gaffurini (Valsir).
A causa della tappa profondamente modificata, le maglie sono rimaste quelle del giorno precedente.