Un atleta paralimpico, il proprietario di un bike hotel, un manager. Tutti uniti in nome della bicicletta e della sicurezza. Magie del Giro-E e anche di Sara Assicurazioni, che al Giro con le bici a pedalata assistita, dove partecipa con una propria squadra, si fa bandiera della sicurezza stradale attraverso il suo programma SARA SAFE FACTOR, raccontando il l Giro d’Italia con un hub dedicato (https://www.sara.it/giro-italia-2024) dove seguire le tappe della Corsa Rosa e scoprire i valori che uniscono Sara al Giro: mobilità, sicurezza, innovazione, sostenibilità e inclusione.
«Siamo orgogliosi di essere ancora al fianco di questo evento iconico per il nostro Paese e per lo sport», dichiara Alberto Tosti, direttore generale di Sara Assicurazioni, che è sponsor ufficiale del Giro d’Italia dal 2018. «Per noi è anche l’occasione di esprimere al meglio il DNA del brand Sara, grazie a varie attività che ci permettono di parlare di mobilità, sicurezza stradale, innovazione e sostenibilità, senza dimenticare la presenza sul territorio e il coinvolgimento di clienti, dipendenti e agenti che possono vivere in prima persona l’esperienza dei campioni».
A pedalare nel team di Sara Assicurazioni nell’edizione 2024 del Giro-E è venuto anche Alessandro Ossola. Fa parte della Nazionale italiana di atletica, vanta i record italiani sui 60, 100 e 200 metri, un bronzo europeo e una finale paralimpica a Tokyo 2020. Nel 2015 ha avuto un grave incidente in moto, in seguito al quale ha subìto l’amputazione della gamba sinistra. «All’inizio vedi tanto buio, poi la famiglia, gli amici, lo sport ti portano fuori di casa e a vivere di nuovo. Lo sport è stato fondamentale in questo percorso, perché mi ha dato obiettivi da raggiungere». Ha fondato Bionic People, un’associazione di ragazzi con disabilità, ed è ambassador di Sara Assicurazioni per i temi dell’inclusione e della diversità. «Andiamo nelle scuole, nelle università, nelle aziende, per raccontare quanto la diversità può essere un valore, non un limite. Il fine è cambiare lo sguardo delle persone nei confronti dei disabili. L’errore più comune è lo sguardo, un po’ pietistico, invece bisogna considerare chi si ha di fronte è una persona con disabilità, ma che fa tantissime cose».
«Eccome!», esclama Emiliano Cantagallo, ciclista da 30 mila chilometri l’anno, un bike hotel sullo Zoncolan (che ha scalato 132 volte), organizzatore con l’ex pilota di F1 Giancarlo Fisichella della Roma XXIVh (in bici, ovviamente). «Alessandro è un atleta più di me, ha una forza straordinaria! Fa un altro sport ma la cosa bella è stare assieme, fare qualcosa insieme e in questo la bici a pedalata assistita è eccezionale, perché è un passe-partout per entrare in un mondo meraviglioso che prima richiedeva tanto allenamento». Con un altro pilota di F1, Andrea Montermini, Cantagallo è protagonista di SARA SAFE FACTOR, un tour itinerante nelle scuole italiane che coinvolge ragazzi e ragazze in età da patente. «Cerchiamo di fare capire il punto di vista del ciclista. La bici in Italia ha vita difficile sulle strade, eppure è il mezzo sostenibile per eccellenza e in Europa è diffusissima nelle città. Spieghiamo ai ragazzi che siamo tutti maleducati, sia chi pedala affiancato in gruppo sia chi guida usando il cellulare. Il problema è che da una parte c’è un mostro d’acciaio di oltre mille chili che viaggia a una certa velocità, mentre io sono su una bicicletta. La soluzione? Una sola: in strada e in pista vincono le regole».